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Un ricordo di Giordano Muncinelli

Ho conosciuto Giordano Muncinelli qualche anno fa in occasione di un mio viaggio a Roccabianca, paese d'origine della famiglia di mio padre Giorgio Manganelli. Tutto era stato assurdo e rocambolesco: avevo scritto al Comune di Roccabianca per chiedere l'autorizzazione a visionare documenti sulle famiglie Censi - Manganelli. Mi risponde Angela Barbarini e scopro di avere una cugina, anzi dei cugini, e proprio cugini cugini. Sono emozionata e sorpresa e decidiamo di incontrarci. Organizziamo e, dopo un po' di tempo, riesco ad andare a Roccabianca, e me ne innamoro. Ci ero stata da piccolissima ed è un viaggio della memoria. Parlando, spiego ad Angela che sto scrivendo la biografia di mio padre e che, fra le tante notizie che mi mancano, non trovo riscontri sulla sua attività partigiana. E, a questo punto, arriva in scena Giordano. Un incontro bellissimo.

Ricordo il pranzo insieme come uno dei momenti più belli della mia vita. Splendido anfitrione, ci aveva preparato una accoglienza favolosa, salvo poi, giustamente, guardarmi con sospetto - sono astemia - e lamentarsi del fatto che, mangiato un grandioso antipasto e un primo degno della miglior tradizione emiliana, non riuscivamo a ingoiare più niente. Avevamo poi trovato un compromesso: ci eravamo ripromessi un altro pranzo nel quale gli antipasti ci sarebbero stati proibiti. Tutto questo inframezzato da suoi ricordi, sue memorie, suoi studi.

Scoprii tutto quello che mio padre non aveva mai raccontato, oppure aveva raccontato a modo suo. Famosa la sua affermazione: "Chi dice la verità ha una vita sola, chi mente ha tutte le vite che vuole". Nelle parole di Giordano ritrovai un pezzo importantissimo della vita di mio padre, tutti i tasselli, che mi tormentavano da tempo, tornarono miracolosamente al loro posto. Mi fece avere poi moltissimi documenti che sono stati fondamentali per me e non solo. La professoressa Viola Papetti li ha utilizzati per un saggio su mio padre di enorme importanza, laureandi hanno ricavato notizie importantissime per le loro tesi, e tutti quelli, e non erano pochi, che affermavano che mio padre non aveva mai partecipato alla Seconda Guerra Mondiale, e, data la sua ben nota vigliacchieria, poteva essere credibile, si sono dovuti ricredere. Ve l'assicuro, la vigliaccheria di mio padre non è una malignità, lui stesso affermava: "L'unica mia virtù in grado eroico è la vigliaccheria".

Giordano mi ha sempre aiutato nelle mie ricerche, a volte ero un po' "dura di comprendonio" e lo chiamavo per farmi spiegare particolari che non mi erano chiari. Era sempre disponible, sempre affettuoso, sempre amico. Non ha mai dimenticato la nostra promessa del pranzo a misura dei nostri stomaci cittadini...

Io gli sono debitrice, e non solo io, non solo di una amicizia indimenticabile, ma anche di tutte le preziose memorie che sarebbero andate perdute. Il miglior modo per ringraziarlo e ricordarlo è, ora, impedire che tutto il suo meraviglioso lavoro vada disperso. Vi ha dedicato una vita, ci ha lasciato una eredità importantissima, non possiamo permettere che rimanga lettera morta. Sono sicura che ce la potremo fare, io già da ora mi metto a disposizione, glielo devo e se lo merita. Grazie Giordano.

Lietta Manganelli